Descrizione
«”Gli incendiati” è il mio primo romanzo dove il confine anche narrativo tra la vita e la morte e la morte e la vita viene sfondato e poi oltrepassato. Dopo di questo ho potuto scrivere altri tre romanzi accomunati dalla stessa libertà (La lucina, Fiaba d’amore del vecchio pazzo e della meravigliosa ragazza morta, Canto di D’Arco). Questa avventura romanzesca estrema, nata in un momento di crisi e passaggio cruciale della mia vita, ne esprime tutta la disperazione e l’anelito. Ho avuto la prima idea di questo romanzo una notte in cui ero solo in una casa fuori dal mondo, sotto un diluvio di pioggia, e non riuscivo a dormire. Provavo un sentimento di solitudine e annientamento così assoluto che ho dovuto accendere la lampada e, su un pezzo di carta che tenevo sul comodino, ho scarabocchiato con una biro le parole che erano appena salite irresistibilmente da qualche punto profondissimo della mia anima: “Allora ero completamente infelice. Nella mia vita avevo sbagliato tutto, fallito tutto. Ero solo. Lo avevo capito di colpo, in una notte di forte pioggia in cui non riuscivo a dormire, e ne ero rimasto annientato.” Sono esattamente come le avevo scritte le prime parole di questo romanzo.»